Minority Language Economy: Lingue e tradizioni come strumenti innovativi di marketing territoriale

Sabato 25 maggio 2024, Portocannone, un affascinante borgo del Molise, ha ospitato il convegno “Minority Language Economy: Lingue e tradizioni come strumenti innovativi di marketing territoriale”. L’evento, che ha attirato studiosi, intellettuali, imprenditori e appassionati di cultura, si è focalizzato sul ruolo delle lingue e delle tradizioni minoritarie come strumenti innovativi di marketing territoriale.  Un convegno sulle Minoranze linguistiche pensate come risorsa strategica per il Territorio. L’incontro, organizzato dal Comune di Portocannone con il Lions Club Termoli Host, ha visto la partecipazione di ospiti illustri quali la professoressa  Letizia Bindi, l’architetto Franco Valente, la professoressa Fernanda Pugliese e il dottor Lorenzo Blascetta. Presenti anche i sindaci di Campomarino, Montecilfone, Portocannone, Ururi, Acquaviva Collecroce, Montemitro, San Felice del Molise e Tavenna.

Insieme si è discusso circa l’importanza di valorizzare le lingue minoritarie per promuovere il territorio e stimolare lo sviluppo economico locale. I relatori hanno illustrato come l’integrazione delle tradizioni culturali e linguistiche possa arricchire l’offerta turistica e attrarre visitatori interessati a esperienze autentiche e uniche. “Noi, oggi, quando parliamo di minoranze linguistiche tendiamo a parlarne prevalentemente come elemento identitario” ha spiegato Valentina Flocco, assessore alla cultura del comune di Portocannone.

Il Molise è una regione con una ricca eredità linguistica e culturale, dove comunità come quella arbereshe di Portocannone mantengono vive le loro tradizioni. Tali peculiarità potrebbero essere utilizzate anche per creare un marchio territoriale distintivo.

Parlare di minoranze linguistiche come in un laboratorio di idee può essere l’occasione di riflettere sulla opportunità di pensare concretamente alla nostra specialità linguistica come mezzo per fare sì che si compia ancora di più quel processo introdotto dal legislatore e sviluppatosi nel tempo nei vari territori d’Italia, “quasi come di margine che si fa centro” – ha spiegato la professoressa Letizia Bindi, docente di antropologia dell’Università del Molise – “interpretando dunque le particolarità linguistiche come opportunità per le nostre zone, anche nel senso di promozione di un turismo sostenibile e lento”. Si potrebbe pensare alla creazione di itinerari turistici tematici, eventi culturali e prodotti enogastronomici legati alle tradizioni linguistiche locali. Iniziative queste che non solo andrebbero a promuovere la conservazione del patrimonio culturale ma che andrebbero a generare nuove opportunità economiche per le comunità locali.

“Quella che è per noi la lingua del cuore, della familiarità, ha grandi opportunità e noi, insieme alle autorità e ai sindaci intervenuti, dobbiamo far sì che questa potenzialità diventi atto, reale, anche nelle relazioni che stiamo coltivando con i popoli arbereshe e croati al di là dell’Adriatico. Che diventi il nostro core business, per rimanere in una terminologia aziendalistica. Io credo che lo sia già, insieme alle altre espressioni della nostra forte Tradizione” ha concluso l’assessore Flocco.

Necessaria sarà la collaborazione tra istituzioni, imprese e comunità per sfruttare al meglio il potenziale delle lingue minoritarie come leva di sviluppo territoriale, favorendo una crescita sostenibile e inclusiva per il Molise e altre realtà simili.

                              

 

 

 

 

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